Ecco cosa cambia con la nuova legge europea sulla sostenibilità -CSRD- recepita e attuata nel quadro normativo italiano con il D.Lgs. n.125 del 6 settembre scorso.
Il Decreto Legislativo 6 settembre 2024, n. 125
Sicuramente hai sentito parlare della CSRD.
È una nuova legge europea che obbliga le aziende a essere adeguatamente trasparenti sul livello di sostenibilità delle proprie attività. In Italia, questa legge è stata adottata con un decreto che entra in gioco a partire dal 25 settembre 2024.
Cosa significa questo in parole semplici?
Le grandi imprese quotate in borsa nel 2025 dovranno fare un resoconto dettagliato, in riferimento per l’esercizio 2024, su come impattano l’ambiente e la società. Non basterà più dire “siamo sostenibili”, ma bisognerà dimostrarlo con i fatti e i numeri. Negli anni a seguire anche le grandi imprese non quotate (2026 su esercizio 2025), poi quelle di medie e piccole dimensioni quotate (con esclusione delle micro-imprese, 2027 su esercizio 2026).
Per capire bene, abbiamo bisogno di un focus sulle scadenze precise.
A partire dal 1° gennaio 2025 (riferimento all’esercizio 2024) nasce l’obbligo per le grandi imprese già soggette alla NFRD (Non-Financial Reporting Directive) quali Enti di Interesse Pubblico (EIP, ossia emittenti di valori mobiliari ammessi alla negoziazione su mercati regolamentati italiani e dell’Unione, nonché imprese bancarie e assicurative) che alla data di chiusura del bilancio, anche su base consolidata, superino:
- il numero medio di 500 dipendenti;
- almeno uno dei seguenti limiti:
- totale attivo di stato patrimoniale > € 25 mln;
- ricavi netti > € 50 mln.+
in particolare l’Art. 17, comma 1, lett. a) punti 1 e 2 del decreto attuativo specifica:
- imprese di grandi dimensioni che costituiscono EIP che, alla data di chiusura del bilancio, superano il numero medio di 500 dipendenti occupati durante l’esercizio;
- EIP ai sensi dell’art. 16, comma 1, del d.lgs. 39/2010, che sono, altresì, società madri di un gruppo di grandi dimensioni e che, su base consolidata, alla data di chiusura del bilancio superano il criterio del numero medio di 500 dipendenti occupati durante l’esercizio.
Mentre, a partire dal 1° gennaio 2026 (con riferimento all’esercizio 2025) l’obbligo entrerà in vigore anche per le grandi imprese non quotate (a prescindere dalla circostanza di essere soggetti emittenti, quindi precedentemente non soggetti alla NFRD), che alla data di chiusura del bilancio, anche su base consolidata, abbiano superato almeno due dei seguenti criteri dimensionali:
- numero medio di 250 dipendenti;
- totale attivo di stato patrimoniale > € 25 mln;
- ricavi netti > € 50 mln.
in particolare l’art. 17, comma 1, lett. b) punti 1 e 2 del decreto specifica
- imprese di grandi dimensioni diverse da quelle di cui al comma 1, lett. a), numero 1);
- società madri diverse da quelle di cui al comma 1, lett. a), numero 2);
Infine, a partire dal 1° gennaio 2027 (con riferimento all’esercizio 2026) questi altri soggetti previsti dall’art. 17, comma 1, lett. c) punti 1, 2 e 3 del decreto
- piccole e medie imprese quotate, a eccezione delle micro-imprese fermo restando quanto previsto dal comma 10 dell’art. 321;
- enti piccoli e non complessi, purché si tratti di imprese di grandi dimensioni o di piccole e medie imprese quotate e che non sono micro-imprese;
- alle imprese di assicurazione captive, definite all’art. 13, punto 2), della direttiva 2009/138/CE, e alle imprese di riassicurazione captive di cui all’art. 13, punto 5), della citata direttiva, purché si tratti di imprese di grandi dimensioni odi piccole e medie imprese quotate e che non sono micro-imprese.
Gli scopi della CSRD e del decreto. Perché questa nuova legge?
L’obiettivo è quello di avere informazioni chiare e affidabili sulla sostenibilità delle imprese.
In questo modo, investitori, consumatori e altri soggetti interessati potranno fare scelte più consapevoli. Inoltre, si vuole spingere le aziende a impegnarsi di più per ridurre il loro impatto negativo e adottare pratiche più sostenibili.
Cosa dovranno fare le aziende?
Le aziende dovranno seguire delle regole precise per preparare il loro rapporto di sostenibilità.
Queste regole sono state stabilite a livello europeo e si chiamano ESRS.
In sostanza, le aziende dovranno fornire informazioni relative a performance e azioni su temi come il clima, i diritti umani, la lotta alla corruzione e molto altro.
Contenuti e collocamento dell’informativa sulla sostenibilità
La nuova normativa sulla sostenibilità impone alle aziende di fornire informazioni sempre più dettagliate e specifiche. In particolare, dovranno essere descritti:
Modello di business e strategia: Come l’azienda opera, quali sono i suoi obiettivi e come intende affrontare i rischi legati alla sostenibilità (ad esempio, cambiamenti climatici, impatto sociale).
Piani per la sostenibilità: Le azioni concrete che l’azienda metterà in atto per diventare più sostenibile, in linea con gli obiettivi globali di lotta al cambiamento climatico.
Ruolo degli organi aziendali: Come il consiglio di amministrazione e i dirigenti gestiscono le tematiche legate alla sostenibilità e se sono presenti incentivi legati al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità.
Obiettivi e politiche: Quali sono gli obiettivi specifici dell’azienda in materia di sostenibilità e le politiche adottate per raggiungerli.
Procedure di due diligence: Le verifiche che l’azienda effettua per valutare l’impatto sociale e ambientale delle proprie attività e della sua catena di fornitura.
Dove va inserita l’informativa?
Tutte queste informazioni dovranno essere inserite all’interno della relazione sulla gestione dell’azienda, in una sezione dedicata e chiaramente identificabile. In questo modo, gli investitori, i clienti e tutti gli altri stakeholder potranno facilmente consultare i dati sulla sostenibilità dell’azienda.
Cosa cambia rispetto al passato?
Rispetto alla precedente normativa, la nuova legge introduce una serie di novità importanti:
Aumento dei dettagli: Le informazioni richieste sono più specifiche e dettagliate, coprendo un ampio spettro di tematiche legate alla sostenibilità.
Obiettivo a lungo termine: Le aziende devono dimostrare di avere una visione di lungo termine e di essere in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici e sociali.
Trasparenza: L’informativa sulla sostenibilità diventa parte integrante della comunicazione finanziaria dell’azienda, rendendo più trasparente il suo impegno in materia di sostenibilità.
CSRD In sintesi.
La nuova legge sulla sostenibilità apre una fase importante per rendere l’economia più sostenibile e trasparente, allineando gli obiettivi strategici della UE a quelli aziendali. Le aziende dovranno fare uno sforzo in più per comunicare in modo chiaro e completo il loro impegno concreto per la sostenibilità.
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