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Neutralità climatica: mercato obbligatorio e volontario dei crediti di carbonio

Neutralità climatica: mercato obbligatorio e volontario dei crediti di carbonio

Indice

Green Deal EU pacchetto “fit for 55%” (pronti per il 55%)

Con il programma Green Deal, l’Unione Europea si è posta l’obiettivo vincolante di conseguire la neutralità climatica entro il 2050. Come passo intermedio verso la neutralità climatica, l’UE ha innalzato la sua ambizione in materia di clima per il 2030, impegnandosi a ridurre le emissioni GHG (Greenhouse Gases) di almeno il 55% entro il 2030.

In questo quadro strategico di obiettivi, sono state delineate delle azioni programmatiche che riguardano i meccanismi di riduzione scambio e compensazione di emissioni, definendo il mercato obbligatorio e volontario dei crediti di carbonio:

  • Potenziamento sistema EU-ETS (European Union Emission Trade System)
  • Scambio emissioni edifici e trasporti
  • Riduzione emissioni degli Stati Membri
  • Assorbimenti, compensazioni, carbon offset;

la revisione della direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili, prevedendo la penetrazione nel mix energetico complessivo dal 32% al 40% nel 2030; la revisione della vigente direttiva sull’efficienza energetica, aumentando l’attuale obiettivo in materia di efficienza energetica dal 32,5% al 36% per il consumo di energia finale (consumata dagli utilizzatori finali) e al 39% per il consumo di energia primaria (che viene utilizzato per la produzione e la fornitura di energia).

Emissioni di CO2e e il mercato obbligatorio dei crediti di carbonio

I crediti di carbonio sono considerati uno dei capisaldi della cosiddetta “Climate Finance”, cioè tutti quei finanziamenti di provenienza sia pubblica che privata, destinati allo sviluppo di progetti e programmi di mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici, con il fine di incoraggiare la transizione verso la “Climate Neutrality”, impiegando il mercato obbligatorio e volontario dei crediti di carbonio.

In questi anni stiamo assistendo all’introduzione di normative sul Carbon Pricing, come il sistema di scambio di quote di emissione (Emission Trading System o ETS), il cui registro in Italia è amministrato da ISPRA1, e le tasse sul carbonio.

Nell’EU ETS, introdotto nel 2005, vengono utilizzati gli EUA (EU Allowances) quali climate credits (o carbon credits), che rappresentano la quota di emissione, definita all’articolo 3, lettera a), della Direttiva EU ETS2 come “una quota di emissione di una tonnellata di anidride carbonica equivalente durante un periodo specifico, valida solo per soddisfare i requisiti della presente direttiva e trasferibile in conformità alle disposizioni della presente direttiva“.

Il sistema ETS dell’UE funziona secondo il principio “cap and trade. Le aziende ricevono o acquistano quote di emissione entro il limite massimo e possono scambiarle tra loro. Il numero totale di quote è limitato, il che garantisce che esse abbiano un valore. Se in un anno l’azienda emette più di quanto le sia stato concesso, possono essere comminate pesanti multe. La multa è di 100 euro per tonnellata in eccesso, ma l’azienda deve comunque restituire le EUA per le emissioni non coperte nell’anno successivo – quindi la multa di 100 euro non rappresenta un prezzo massimo per le EUA (rif. Articolo 16 “Sanzioni” comma 3 della Direttiva EU ETS). Le aziende che non utilizzano le proprie quote possono “metterle in banca” per coprire il fabbisogno futuro o venderle ad altre aziende.

I gestori degli impianti, gli operatori di trasporto aereo e marittimo che rientrano nel sistema ETS devono ”‘compensare” su base annuale le proprie emissioni effettive, che vengono verificate da un soggetto terzo indipendente, con un corrispondente quantitativo di quote di emissioni per ogni tonnellata (1.000 kg) di CO2e emessa nell’anno precedente. La contabilità delle compensazioni è tenuta attraverso il Registro Unico dell’Unione mentre il controllo su scadenze e rispetto delle regole del meccanismo è affidato alle Autorità Nazionali Competenti (Anc).

Il mercato volontario dei crediti di carbonio

I mercati volontari dei crediti di carbonio (abbreviati VCM – Voluntary Carbon Markets) hanno preso piede alla fine degli anni 2000, ma hanno trovato la loro completa attuazione nel 2015 con l’Accordo di Parigi. La COP21 stabilisce il tema legato alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici, fissando l’obiettivo di restare “ben al disotto dei 2°C rispetto ai livelli pre-industriali” con l’impegno a “portare avanti sforzi per limitare l’aumento di temperatura a 1,5°C”.

I VCM sono mercati in gran parte non regolamentati in cui le compensazioni di carbonio sono scambiate da aziende, individui e organizzazioni che generalmente non hanno l’obbligo legale di ridurre le emissioni. Nei mercati volontari del carbonio, le aziende o i privati utilizzano le compensazioni di carbonio per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni che si sono prefissati. I crediti sono emessi in base a standard di accreditamento indipendenti.

All’interno del mercato volontario del carbonio esistono molti gruppi di stakeholder diversi, come investitori, sviluppatori, broker, revisori e acquirenti. I programmi di certificazione sono una componente chiave di questa comunità. Questi gruppi stabiliscono standard contabili, requisiti di ammissibilità dei progetti e procedure di monitoraggio, rendicontazione e verifica (MRV) per i progetti di credito e compensazione. Tra questi, il Verified Carbon Standard emesso da Verra, il Gold Standard, la Climate Action Reserve, l’American Carbon Registry e Plan Vivo. Il Puro Standard, quale primo standard per la rimozione ingegneristica del carbonio, è verificato da DNV. Esistono anche alcuni standard aggiuntivi per la convalida dei co-benefici. Tra questi, il Climate Community and Biodiversity Standard (CCB Standard), anch’esso emesso da Verra e il Social Carbon Standard, emesso dall’Ecologica Institute.

Cosa può iniziare a fare un’azienda nel mercato volontario del carbonio?

  • Misurare: il primo passo è certamente quello di misurare in modo preciso il livello delle proprie emissioni (scope 1, scope 2, scope 3). Vedi come calcolare la Carbon Footprint.
  • Definire: definire la propria strategia di decarbonizzazione con obiettivi science-based, gli strumenti e i passi per raggiungerli. 
  • Ridurre: mettere in atto politiche, progetti e azioni aziendali rivolte alla riduzione delle emissioni, coinvolgendo necessariamente anche la Supply Chain. N.B. La priorità di intervento deve essere quella delle riduzioni interne.
  • Compensare: bilanciare le emissioni residue finanziando progetti di sviluppo sostenibile (carbon offsetting). Vedi come poter costruire o selezionare progetti di compensazione.
  • Comunicare: diffondere i risultati della propria strategia tra gli stakeholder (cittadini, imprese partner, finanziatori, ecc.)

Il nostro team è a disposizione per rispondere a tutte le tue domande e accompagnare ogni fase del processo.

Non esitare a contattarci per ulteriori informazioni.

  1. https://ariet.isprambiente.it/ArietWeb/home ↩︎
  2. DIRETTIVA 2003/87/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 13 ottobre 2003 che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità e che modifica la direttiva 96/61/CE del Consiglio https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=celex%3A02003L0087-20230605 ↩︎

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